La differenza più evidente fra il suono vero e quello riprodotto è che quest’ultimo è più compresso.

La dinamica è la differenza di intensità che esiste fra il suono udibilmente meno forte e quello di intensità maggiore.

Nel suono riprodotto, il suono meno forte suona più forte di quello vero e quello più intenso suona meno forte di quello vero. In una ipotetica scala di intensità sonore che va da 1 a 10, se il suono dal vero meno forte misura 1 quello riprodotto misura 3 o 4 o 2 o 5 (dipende dalle variabili che vedremo successivamente). Se il suono più forte reale misura 10, una volta riprodotto assomma a 8 o 6 o 9 o 7 (anche qui dipende da molti fattori).

Morale: il suono riprodotto non ha mai una escursione dinamica compresa fra 1 e 10, ma possiede un range dinamico compreso ad esempio da 3 a 8, ovvero dai dieci scalini iniziali adesso ne ritroviamo solo 6: la tipica compressione sonora dei sistemi di riproduzione.

Essa ha inizio già all’atto della registrazione. Non c’è alcun supporto magnetico che possa stare dietro alla dinamica del suono reale. Perciò, l’ingegnere del suono deve fare delle scelte. Sa che deve “premere” la dinamica del suono che sta registrando dentro le più limitate capacità del supporto di registrazione considerando il fatto che il suono più debole deve “mettere fuori la testa” dal rumore di fondo del supporto e che il picco di intensità più elevato deve comunque stare all’interno del range dinamico del nastro  proprio come si fa quando si registra una banale audio-cassetta utilizzando gli indicatori di livello del registratore. Con l’avvento del digitale le cose sono andate migliorando, perché questa tecnologia ha maggiori potenzialità. In termini di pura dinamica del suono riprodotto, al giorno d’oggi niente può battere il formato 192/24 che però al momento non è commercializzato.  Ma già la capacità di dinamica del DVD  e del SACD   è nettamente superiore a quella del CD  o del  33giri standard che avendo un rumore di fondo più elevato, non  può avere una dinamica comparabile a quella dei formati digitali  (il discorso cambia un po’ a favore del vinile se si prendono in considerazione le nuove produzioni in vinile speciale a 45giri o a incisione diretta ascoltate su sistemi di riproduzione analogici super). Alcuni autori teorizzano che le possibilità dinamiche dei nuovi formati digitali, paragonate a quelle del suono reale, sarebbero del tutto soddisfacenti .  Se ciò è del tutto plausibile sul piano della teoria e delle misurazioni strumentali, l’ascolto di musica registrata con questi nuovi formati digitali a maggior contenuto dinamico effettuato anche con i sistemi di riproduzione più sofisticati rivela che c’è sempre un netto margine di differenza con il suono vero. Ciò perché, anche a proposito di questo parametro sonoro, i sistemi di riproduzione ci mettono del loro. Questa volta in modo sottrattivo. Anche i sistemi di riproduzione comprimono la dinamica, ma non tutti lo fanno in egual misura e allo stesso modo. Ad esempio ci sono diffusori che riducono un fortissimo ad un “appena forte” ed un pianissimo ad un “un po’ meno che forte”. Ci sono altri diffusori che trasformano un fortissimo in un “forte” e un pianissino in un “piano”. Questi ultimi sono ovviamente migliori dei primi.  Ma non esiste ancona nessun diffusore, amplificatore, lettore digitale, ecc, capace di restituire fedelmente le intensità del suono reale. I prodotti buoni comprimono meno, quelli cattivi suonano noiosi e monotoni e piatti perché comprimono di più.

A questo proposito è forse utile fare una piccola precisazione:

La dinamica del suono è cosa diversa dal volume sonoro.

Un buon sistema di riproduzione può offrire una dinamica da 2 a 8  senza distorsioni (questi valori numerici fanno parte di una scala del tutto inventata che ho arbitrariamente creato per non complicare questa lettura ai neofiti: mi scuso con gli studiosi e con gli ingegneri del suono per questa semplificazione quasi paradossale. Come loro ben sanno normalmente, quando si parla di intensità del suono, l’unità di misura sono i Decibel la cui scala è logaritmica. Durante l’ascolto domestico un  eccellente range dinamico è compreso fra 64-70 e 104- 110 dB.  Il suono dal vero supera abbondantemente questi limiti. Ad esempio il picco di intensità più elevata può arrivare anche a 120 Db, ovvero più del doppio rispetto a quello domestico suddetto). Un cattivo sistema di riproduzione offre una gamma dinamica ridotta a 3, 4 scalini (ad es.: da 4 a 7). Se ruotassi  la manopola del volume di tre scatti otterrei un maggiore volume sonoro e sposterei la gamma dinamica da 6 a 9 (notare please che i tre scalini di differenza rimangono). Avrei più volume di suono, ma rimarrebbe una dinamica scadente. Con il buon sistema di riproduzione otterrei più volume ai picchi sonori di maggiore intensità con una maggiore capacità dinamica.

Da notare che alzando il volume oltre una certa soglia la gamma dinamica si comprime per effetto dell’aumentare delle distorsioni del sistema di riproduzione e delle “interferenze” dell’acustica ambientale che tende ad aumentare il suo rumore di fondo alle frequenze risonanti creando la cosiddetta melma acustica (di nuovo: gli addetti di acustica e di alta fedeltà mi scusino  gli esempi e  il linguaggio approssimativo).

Fra i dischi esemplificativi  di un ottima dinamica occorre ricordare :

  1. fra gli LP : la ristampa a 45giri del Mercury  90226 “The Firebird” oppure l’ RCA  2225 “ Withches’Brew” o il Decca
    SXL 2011 “Petrushka” o alcuni Miller and Kreisel  ad incisione diretta come “Flamenco Fever” o “For Duke” o “Encore” o “Fatha”.
  2. Fra i CD punterei decisamente sul  nuovo Turtle Record “Dean Peer” o  su “ The uri cane ensamble : Gustav Mahler in toblach” della Winter & Winter”.

Tenendo bene a mente che non il bilanciamento tonale, non l’immagine sonora, non l’articolazione, ma la dinamica fa la grande, insuperata differenza fra suono dal vero e suono riprodotto, a tutti auguro un ascolto meno compresso possibile.

Italo  Adami

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